Aridaje: ancora una volta gli italiani sono stati ammaliati dal tribuno di turno che alza la voce, non accetta confronti, offende gli avversari dal suo balcone, massacra i dissidenti ed ha la soluzione facile per tutto, come se il resto dell'umanità fosse composto esclusivamente da ladri e da idioti.
L'obiezione può essere che questa sia una critica ai modi e non ai contenuti: parliamone.
Innanzitutto credo che i modi ed il linguaggio siano molto importanti: essi sono, infatti, il termometro del carattere di chi li esprime e, perdonatemi, ma mi vengono i brividi al pensiero dei precedenti storici.
Inoltre il rifiuto di qualsiasi confronto interno ed esterno, nasconde malamente una tattica di sfondamento costruita a tavolino, evitando che l'osservatore sviluppi una sua idea critica sull'argomento prendendo in considerazione più di un punto di vista in contrapposizione. In buona sostanza a me pare un chiaro segnale di scarsa solidità concettuale.
E' del tutto evidente che il movimento di Grillo nasca dal desiderio di cavalcare il malcontento di quei cittadini, tra i quali chi scrive, stanchi di essere vessati e presi in giro da una classe politica incapace e parassita. Questo è in sé un sentimento nobile, ma purtroppo la soluzione è molto più articolata di quelle proposte da Grillo o da chi per lui.

Non credo infatti che per far uscire il nostro paese dalla palude dei caimani basti cacciare tutti a calci ed affidarsi al sedicente depositario della verità. La storia dovrebbe averci insegnato che questo è un esercizio assai pericoloso ed i risultati sono stati sempre terribili. Peraltro si ha l'impressione che il M5S abbia avuto una genesi simile a Forza Italia: pubblicitari ed esperti di comunicazione dietro le quinte pronti a dare in pasto agli italiani una cassetta degli attrezzi già pronta per l'indignazione collettiva. Lasciatemi quindi la facoltà di dubitare fortemente sul certificato di nascita di questo movimento che sarebbe nato dal basso.
Insomma, poi verrà la prova dei fatti e le cose, presumibilmente, andranno in maniera leggermente diversa: i problemi sono complessi e non è che puoi farla facile come quando sei da solo su un palco.
Per citare un esempio: ma davvero Grillo (e non solo lui) vuole eliminare il finanziamento pubblico ai partiti? Ma non si rischia che la politica potranno farla solo i ricchi con tutte le ingerenze ed i condizionamenti nei confronti dei finanziati? Basterebbe riportare questo finanziamento a livelli severi, diciamo così.
Insomma, la battaglia sui principi è sacrosanta, ma non la puoi affrontare senza soluzioni concrete che magari scaturiscono da un discorso pacato che emerge da punti di vista differenti.
Per concludere, penso che Grillo sia il risultato dell'ennesimo disimpegno sociale e politico degli italiani che continuano a non trovare dei rappresentanti efficienti ed onesti che, attraverso il loro lavoro serio per la collettività, evitino di lasciare spazio al demagogo di turno. Si continua invece ad essere affascinati dall'iperbole quotidiana, dagli slogan e dai pugni battuti sul tavolo.
Dignità, consapevolezza e realismo, basterebbe solo questo.