martedì 27 novembre 2012

Si, vabbè, ma... al dunque?


Credo di essermi distratto, ma, al di là di onestissimi discorsi di principio, non ho capito cosa farebbero in concreto i due candidati leader del PD a riguardo, ad esempio, dei seguenti argomenti:
  • Lavoro
  • Riduzione della pressione fiscale
  • Contrasto dell'evasione fiscale
  • Sviluppo delle energie rinnovabili
  • Funzionamento della Giustizia
  • Contrasto alla criminalità organizzata
  • Spese militari
  • Supporto alle attività culturali
  • Turismo
  • Aziende che fanno cartello (carburanti, assicurazioni ecc.)
  • Ciclo dei rifiuti
  • Scuola/Università pubblica
  • Alleanze del PD
  • IMU alla chiesa
  • IMU prima casa
  • Riduzione del "cuneo fiscale"
  • Tassa patrimoniale
  • Prodotti finanziari tossici
  • Finanziamento ai partiti
  • Costi della politica e privilegi della casta
  • Diffusione della banda larga
  • Qualità media del servizio sanitario nazionale
  • Tempi d'attesa per le visite specialistiche
  • Commistione professione medica pubblica e privata
  • Trasporto pubblico
  • Riduzione delle speculazioni nella "filiera" del cibo
  • Conflitto d'interessi
  • Falso in bilancio ed il resto delle leggi ad-personam
  • Sovraffollamento delle carceri e reinserimento sociale
  • Risorse alle forze dell'ordine
  • Alta velocità Torino-Lione
Se qualcuno lo ha capito ed ha la benevolenza di scriverlo qua sotto, glie ne sarei estremamente grato.
Tante care cose.


domenica 18 novembre 2012

Una legge elettorale che funziona c'è già.


Quando la finiranno di prenderci in giro con tutte le recenti finte proposte per una nuova legge elettorale?

Incredibilmente, questi cialtroni continuano a proporre sistemi diversi in base ai sondaggi del giorno per avvantaggiare la propria parte politica, invece di preoccuparsi veramente delle regole del gioco che, per definizione, non dovrebbero favorire nessuno a priori.

Una legge semplice bell'e pronta e che funziona, come sapete, c'è, ma non la si vuole applicare a livello nazionale, anzi, non se ne discute proprio!
Mi riferisco al sistema di elezione dei sindaci.
La legge elettorale per l'elezione dei Sindaci è entrata in vigore, nella sua forma attuale, nel 1993 e rivista nel 2000. E' stata da più parti definita 'un esempio di ingegneria istituzionale andato a buon fine' per la sua capacità di coniugare pregi del sistema maggioritario e del sistema proporzionale.
In estrema sintesi, la nomina dei sindaci avviene attraverso un meccanismo maggioritario a doppio turno: il candidato che ottiene al primo turno più del 50% dei voti risulta subito eletto, se nessun candidato ottiene più del 50% dei voti, i due più votati accedono ad un ballottaggio che viene svolto due settimane più tardi.
Ogni candidato a sindaco è collegato con uno o più liste di candidati al consiglio comunale. Il 60% dei seggi del consiglio comunale va alle liste collegate al candidato sindaco vincitore. Sia all'interno della coalizione di maggioranza, sia tra le liste di minoranza i seggi sono ripartiti in modo proporzionale ai voti ricevuti.
Quali che siano le ragioni, confessabili o no, che i vari partiti hanno per non estendere questo modello a livello nazionale, non è dato sapere ed è la dimostrazione evidente che l'interesse particolare viene sempre prima di quello generale: la scelta dei rappresentanti da parte dei cittadini e la governabilità pare non siano il fattore prioritario da considerare.
Questa generazione di politici finirà sui libri di storia, ma come esempio di degrado.
Licenziati.


lunedì 5 novembre 2012

A me Grillo non convince, anzi!

Aridaje: ancora una volta gli italiani sono stati ammaliati dal tribuno di turno che alza la voce, non accetta confronti, offende gli avversari dal suo balcone, massacra i dissidenti ed ha la soluzione facile per tutto, come se il resto dell'umanità fosse composto esclusivamente da ladri e da idioti.
L'obiezione può essere che questa sia una critica ai modi e non ai contenuti: parliamone.
Innanzitutto credo che i modi ed il linguaggio siano molto importanti: essi sono, infatti,  il termometro del carattere di chi li esprime e, perdonatemi, ma mi vengono i brividi al pensiero dei precedenti storici.
Inoltre il rifiuto di qualsiasi confronto interno ed esterno, nasconde malamente una tattica di sfondamento costruita a tavolino, evitando che l'osservatore sviluppi una sua idea critica sull'argomento prendendo in considerazione più di un punto di vista in contrapposizione. In buona sostanza a me pare un chiaro segnale di scarsa solidità concettuale.
E' del tutto evidente che il movimento di Grillo nasca dal desiderio di cavalcare il malcontento di quei cittadini, tra i quali chi scrive, stanchi di essere vessati e presi in giro da una classe politica incapace e parassita. Questo è in sé un sentimento nobile, ma purtroppo la soluzione è molto più articolata di quelle proposte da Grillo o da chi per lui.


Non credo infatti che per far uscire il nostro paese dalla palude dei caimani basti cacciare tutti a calci ed affidarsi al sedicente depositario della verità. La storia dovrebbe averci insegnato che questo è un esercizio assai pericoloso ed i risultati sono stati sempre terribili. Peraltro si ha l'impressione che il M5S abbia avuto una genesi simile a Forza Italia: pubblicitari ed esperti di comunicazione dietro le quinte pronti a dare in pasto agli italiani una cassetta degli attrezzi già pronta per l'indignazione collettiva. Lasciatemi quindi la facoltà di dubitare fortemente sul certificato di nascita di questo movimento che sarebbe nato dal basso.
Insomma, poi verrà la prova dei fatti e le cose, presumibilmente, andranno in maniera leggermente diversa: i problemi sono complessi e non è che puoi farla facile come quando sei da solo su un palco.
Per citare un esempio: ma davvero Grillo (e non solo lui) vuole eliminare il finanziamento pubblico ai partiti? Ma non si rischia che la politica potranno farla solo i ricchi con tutte le ingerenze ed i condizionamenti nei confronti dei finanziati? Basterebbe riportare questo finanziamento a livelli severi, diciamo così.
Insomma, la battaglia sui principi è sacrosanta, ma non la puoi affrontare senza soluzioni concrete che magari scaturiscono da un discorso pacato che emerge da punti di vista differenti.
Per concludere, penso che Grillo sia il risultato dell'ennesimo disimpegno sociale e politico degli italiani che continuano a non trovare dei rappresentanti efficienti ed onesti che, attraverso il loro lavoro serio per la collettività, evitino di lasciare spazio al demagogo di turno. Si continua invece ad essere affascinati dall'iperbole quotidiana, dagli slogan e dai pugni battuti sul tavolo.
Dignità, consapevolezza e realismo, basterebbe solo questo.

giovedì 1 novembre 2012

Siamo uomini o consumatori?

Mi sono chiesto: ma questo modello economico "occidentale" mi piace?
Per prima cosa credo che l'economia abbia assunto un ruolo estremamente più importante di quello del quale avremmo effettivamente bisogno. Siamo infatti arrivati a considerare il denaro alla stregua della religione nel periodo pre-illuminista ed ormai mettere in discussione il suo soverchiante ruolo nella nostra vita sta diventando non solo urgente, ma l'unica via per un ritorno dell'uomo, non del consumatore o del contribuente, al centro del dibattito politico.
Credo che i provvedimenti riguardanti l'economia e la finanza che i governi di tutto il mondo continuano a partorire, siano solo un maldestro, dolosamente falso ed inutile tentativo di arginare una patologia sistemica per la quale non si ha la forza di intervenire profondamente per riformarla ed arginare quei processi di speculazione che influiscono nella vita di tutti noi.
Da questo modo deviato dei governi di operare, nasce la bufala del secolo: ci stanno convincendo che la qualità della vita in una nazione si misuri con il PIL e che lavoro, salute, giustizia sociale, diritti civili ed ambiente siano solo argomentazioni esotiche da centro sociale.
Io credo invece che sia urgente tornare a mettere questi temi al centro della discussione, iniziando da una nuova analisi del concetto di "liberismo" che tanti danni ha provocato, intervenendo per un deciso dimagrimento della finanza "creativa" e per un serio controllo dell'economia facendo in modo che non diventi speculativa, controllando l'incameramento di beni, le posizioni dominanti, la costituzione di cartelli ed il finanziamento e relativo condizionamento di chi dovrebbe prendere decisioni in merito, giusto per fare qualche esempio.
L'imposizione di quelle regole che riportino l'economia nell'alveo dell'interesse comune, sarebbe solo una delle svolte epocali di cui abbiamo bisogno per far si che le "risorse umane" tornino ad essere chiamate "persone".
Per avere tutto ciò, comunque, non ci dobbiamo aspettare governi "illuminati", ma elettori consapevoli che si facciano rappresentare da chi condivide queste istanze di cambiamento e non inciucia con i poteri forti.
E' l'unica, anche se parziale, possibilità che abbiamo per dire la nostra: non ci asteniamo.