domenica 18 novembre 2012

Una legge elettorale che funziona c'è già.


Quando la finiranno di prenderci in giro con tutte le recenti finte proposte per una nuova legge elettorale?

Incredibilmente, questi cialtroni continuano a proporre sistemi diversi in base ai sondaggi del giorno per avvantaggiare la propria parte politica, invece di preoccuparsi veramente delle regole del gioco che, per definizione, non dovrebbero favorire nessuno a priori.

Una legge semplice bell'e pronta e che funziona, come sapete, c'è, ma non la si vuole applicare a livello nazionale, anzi, non se ne discute proprio!
Mi riferisco al sistema di elezione dei sindaci.
La legge elettorale per l'elezione dei Sindaci è entrata in vigore, nella sua forma attuale, nel 1993 e rivista nel 2000. E' stata da più parti definita 'un esempio di ingegneria istituzionale andato a buon fine' per la sua capacità di coniugare pregi del sistema maggioritario e del sistema proporzionale.
In estrema sintesi, la nomina dei sindaci avviene attraverso un meccanismo maggioritario a doppio turno: il candidato che ottiene al primo turno più del 50% dei voti risulta subito eletto, se nessun candidato ottiene più del 50% dei voti, i due più votati accedono ad un ballottaggio che viene svolto due settimane più tardi.
Ogni candidato a sindaco è collegato con uno o più liste di candidati al consiglio comunale. Il 60% dei seggi del consiglio comunale va alle liste collegate al candidato sindaco vincitore. Sia all'interno della coalizione di maggioranza, sia tra le liste di minoranza i seggi sono ripartiti in modo proporzionale ai voti ricevuti.
Quali che siano le ragioni, confessabili o no, che i vari partiti hanno per non estendere questo modello a livello nazionale, non è dato sapere ed è la dimostrazione evidente che l'interesse particolare viene sempre prima di quello generale: la scelta dei rappresentanti da parte dei cittadini e la governabilità pare non siano il fattore prioritario da considerare.
Questa generazione di politici finirà sui libri di storia, ma come esempio di degrado.
Licenziati.


Nessun commento:

Posta un commento