domenica 7 ottobre 2012
Il dubbio al tempo della spocchia
Stavolta si tratta di me: bisognerà che decida e non l'ho ancora fatto.
Mi riferisco al dubbio che ho tuttora e che riguarda il voto che mi verrà chiesto da questa classe politica, ormai irrimediabilmente corrotta, inefficiente e spocchiosa.
Ho sempre considerato il voto come qualcosa di non negoziabile ed anche questa volta non intendo derogare, ma se per il passato la scelta è stata per me più semplice, stavolta, per la prima volta, ritengo sia più difficile del solito perché è legata non ad un'attestazione di fiducia nei confronti di una parte politica, ma ad una voglia urgente di cambiamento radicale.
Per prima cosa diventa sempre più difficile non generalizzare, in quanto la patologia del sistema è talmente cronica che pare aver attecchito sulla quasi totalità delle persone e dei meccanismi. Quindi la tentazione di buttare il cuore al di là dell'ostacolo, di azzerare tutto e ricominciare da capo con nomi completamente nuovi, è molto forte, anche se di contro c'è il timore nei confronti della scarsa perizia dei neofiti, pur se armati di buone intenzioni. Inoltre vedo aleggiare il fortissimo rischio demagogia che in Italia attecchisce molto facilmente.
Il piano B prevederebbe una selezione del salvabile attraverso una scelta di quelle persone che rappresentano un pò più da vicino quello che è il mio modo di vedere le cose. Comunque anche in questo caso ci vorrà coraggio, in quanto dovrei dare fiducia a chi è comunque già coinvolto con questo sistema malato e che quel coraggio non lo ha dimostrato con la forza rivoluzionaria della concretezza, sempre ammesso che mi si dia la possibilità di scegliere tra vari candidati.
Insomma, ci vorrà coraggio per un voto propositivo e magari inusuale rispetto alle consuetudini con la dignità di cittadino consapevole ed orgoglioso delle proprie scelte che non si è mai turato il naso.
Per ora so solo per chi non voterò e mi pare già un bel passo avanti.
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