Gino La Curva non ha votato alle primarie del PD.
Qui un sonoro e corale "sticazzi" sarebbe il suo, lo so, ma scrivo solo per segnarmi le cose.
Non è stato semplice decidere in tal senso.
Sul un piatto della bilancia c'era l'ingenua voglia di partecipazione alla costruzione di un partito come piacerebbe a me, mentre sull'altro c'era la voglia, ingenua anche quella, anzi di più, di lanciare un segnale a quella confraternita di indecenti che hanno messo in scena due spettacoli come la ridicola elezione del Presidente della Repubblica ed il salvataggio della Cancellieri, giusto per citare solo due degli ultimi episodi più viscidi.
Ebbene ha pesato di più il secondo, a causa dello scandalo delle tessere, che anche a chi scrive hanno chiesto di fare, moltiplicatesi per armare una corrente contro l'altra a conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, della vocazione alla contrapposizione interna in questo partito.
Credo che questo succeda quando manca un leader ed obiettivi condivisi, ma Matteo Renzi può essere utile in tal senso? A me non piace in quanto appare come un democristiano pragmatico, ma è attualmente l'unico nome spendibile per il PD, a riprova della crisi di quel gruppo dirigente che non ha voluto rinnovarsi.
E' ovvio che sono pronto a ricredermi e tornare a partecipare e ad appassionarmi qualora questi nuovi giovani daranno corpo alla mia speranza di veder un partito che si adopererà veramente per redistribuire la ricchezza in questo paese, ma per ora quella che viene distribuita appare essere solo la povertà, per cui stavolta taglio il credito ed aspetto nuove garanzie. Basta cambiali.
martedì 10 dicembre 2013
giovedì 14 novembre 2013
Nuova legge elettorale: la buttano in caciara.
Le complicatissime proposte di leggi elettorali ascoltate in questi giorni pare abbiano il solo scopo di procurare un vantaggio a chi le propone. Il recupero di trombati o una parte di liste bloccate è previsto in ogni caso.
Interesse per gli italiani non pervenuto.
Interesse per gli italiani non pervenuto.
mercoledì 30 ottobre 2013
Sprezzanti del ridicolo
Ma di quanto ridicolo si copre quel paese dove c'è bisogno di una Giunta delle Immunità ed una per il Regolamento oltre ad infinite discussioni in aula parlamentare e sui media, per stabilire se un condannato in via definitiva per reati gravi contro lo stato possa sedere tra i rappresentanti del popolo?
giovedì 10 ottobre 2013
Demagogia digitale
Grillo & Casaleggio della depenalizzazione dell'immigrazione clandestina se ne battono la ciolla, visto che si perdono voti.
Osate guru, la potreste usare come scusa.
Osate guru, la potreste usare come scusa.
venerdì 27 settembre 2013
Rappresentati da 'er bandana'
Al di là del sacrosanto obbligo di applicare le sentenze e del fetido spettacolo dei ruffiani, banalmente mi chiedo se, da un punto di vista morale, un puttaniere, corruttore ed evasore possa ricoprire la carica di rappresentante del popolo italiano in parlamento.
Temo che, purtroppo, la risposta non sia così scontata.
giovedì 19 settembre 2013
Governo somaro
... con tanto di cartocci di carta sulle orecchie. Motivo? Eccolo.
L'Italia viaggia con un bilancio di circa 500 mln€ per ciò che riguarda le spese. E da questa cifra non si riescono a racimolare 1.5 mln€ per evitare l'aumento dell'IVA? Come mai, sono forse finiti nella marchetta dell'IMU?
I consumi sono in caduta libera e questi aumentano l'IVA per fare cassa.
Povera maestra!
L'Italia viaggia con un bilancio di circa 500 mln€ per ciò che riguarda le spese. E da questa cifra non si riescono a racimolare 1.5 mln€ per evitare l'aumento dell'IVA? Come mai, sono forse finiti nella marchetta dell'IMU?
I consumi sono in caduta libera e questi aumentano l'IVA per fare cassa.
Povera maestra!
sabato 3 agosto 2013
Chi si oppone all'estorsione della cosca del signor B?
Che il signor B fosse un mascalzone molti lo avevano intuito. Così come avevano intuito che la sua corte fosse cosparsa di leccaculo senza vergogna e talvolta senza neanche la paga.
Qui però si esagera. La tattica di questa cosca è quella di pretendere una riforma della giustizia pena la caduta del governo. E' da notare che la riforma in sé non sarebbe così importante se non fosse che, come da prassi, a tale varo fa sempre seguito un'amnistia. Chiaro?
La mia solita mente semplice ora si pone due domande:
1. Il Capo dello Stato non sapeva a cosa si andava incontro quando ha voluto questo governo? Non ha previsto che i processi in dirittura d'arrivo avrebbero scatenato il caimano e le remore attaccate alle sue terga? Come pensa di rispondere ad una tale ricatto eversivo senza precedenti?
2. Come fa il PD ad essere così moscio in tale circostanza? Perché non prende le distanze con forza da questa marmaglia di malintenzionati e si schiera senza indugi dalla parte della legalità e della democrazia? Al netto dei sospetti di attaccamento alle poltrone, non è che resta a pigrecomezzi perché magari pensa davvero che un governo come quello attuale, bloccato dai veti incrociati, possa essere utile al nostro paese?
Capisco che qualche volta bisogna essere di bocca buona, ma il PD mi pare che esageri. Non ha più molto tempo per reagire.
Qui però si esagera. La tattica di questa cosca è quella di pretendere una riforma della giustizia pena la caduta del governo. E' da notare che la riforma in sé non sarebbe così importante se non fosse che, come da prassi, a tale varo fa sempre seguito un'amnistia. Chiaro?
La mia solita mente semplice ora si pone due domande:
1. Il Capo dello Stato non sapeva a cosa si andava incontro quando ha voluto questo governo? Non ha previsto che i processi in dirittura d'arrivo avrebbero scatenato il caimano e le remore attaccate alle sue terga? Come pensa di rispondere ad una tale ricatto eversivo senza precedenti?
2. Come fa il PD ad essere così moscio in tale circostanza? Perché non prende le distanze con forza da questa marmaglia di malintenzionati e si schiera senza indugi dalla parte della legalità e della democrazia? Al netto dei sospetti di attaccamento alle poltrone, non è che resta a pigrecomezzi perché magari pensa davvero che un governo come quello attuale, bloccato dai veti incrociati, possa essere utile al nostro paese?
Capisco che qualche volta bisogna essere di bocca buona, ma il PD mi pare che esageri. Non ha più molto tempo per reagire.
mercoledì 29 maggio 2013
Fuga dal voto inutile
Novità del giorno: oggi Baffino ha detto una cosa condivisibile: "Il M5S ha perso moltissimi voti perché il suo atteggiamento isolazionista lo ha reso una forza inutile agli occhi di molti di quelli che lo avevano votato alle politiche e che avevano creduto nella possibilità di cambiamento".
Baffino però come al solito, non ce la dice tutta. Mi è reticente, ad esempio, sulle ragioni dell'emorragia dei voti del PD e sulle cause di questo forte astensionismo.
Ma non sarà, dico io, che anche quello al PD sia stato considerato un voto inutile (trad. "larghe intese") con gravissima mancanza di alternativa per tutti coloro che lo avevano sempre votato e che credevano nell'ultima occasione per liberarsi di quel bestiario che fa capo a Berlusconi?
Ai cinquestelle bisognava andare incontro come si fa in qualsiasi trattativa alla pari, visto il risultato elettorale. E questo per due motivi. Per prima cosa si sarebbero evitate quelle figure di guano fatte con l'elezione del presidente della repubblica ed in secondo luogo i grillini sarebbero stati costretti ad uscire allo scoperto, una volta accolta qualcuna delle loro richieste.
Invece, nonostante il furore della base, si è scelto il governissimo.
Ovviamente non in mio nome. Mi raccomando, ci tengo assai.
Baffino però come al solito, non ce la dice tutta. Mi è reticente, ad esempio, sulle ragioni dell'emorragia dei voti del PD e sulle cause di questo forte astensionismo.
Ma non sarà, dico io, che anche quello al PD sia stato considerato un voto inutile (trad. "larghe intese") con gravissima mancanza di alternativa per tutti coloro che lo avevano sempre votato e che credevano nell'ultima occasione per liberarsi di quel bestiario che fa capo a Berlusconi?
Ai cinquestelle bisognava andare incontro come si fa in qualsiasi trattativa alla pari, visto il risultato elettorale. E questo per due motivi. Per prima cosa si sarebbero evitate quelle figure di guano fatte con l'elezione del presidente della repubblica ed in secondo luogo i grillini sarebbero stati costretti ad uscire allo scoperto, una volta accolta qualcuna delle loro richieste.
Invece, nonostante il furore della base, si è scelto il governissimo.
Ovviamente non in mio nome. Mi raccomando, ci tengo assai.
mercoledì 1 maggio 2013
Governo Berluschetta: tranquilli, non cambia una mazza!
"Ha distrutto l'Italia, mai al governo con Berlusconi" (E. Letta)
E pure 'sta volta si è costretti ad archiviare una legge contro il conflitto d'interessi, i diritti delle coppie gay, la riduzione delle spese militari, la lotta all'evasione, il piano energetico, il contrasto ai cartelli, la cancellazione dei finanziamenti alle scuole private, la cancellazione del reato d'immigrazione clandestina, il ripristino della sanità come servizio essenziale e non come impresa, una legge elettorale vera senza recupero trombati, un ridimensionamento del ruolo delle banche, eccetera, eccetera, eccetera.
Però, forse, ci tolgono l'IMU e tagliano lo stipendio ai ministri parlamentari.
Ma vaffanculo, và!
domenica 21 aprile 2013
Il PD è imploso: un'idea suggestiva.
Piccola analisi amatoriale.
Partirei dal fatto fondamentale che il PD non ha saputo ascoltare i bisogni delle persone, per cui gli italiani, alle ultime elezioni, si sono divisi equamente in tre blocchi. In queste condizioni, purtroppo, un governo in coabitazione di almeno due di queste parti sta nei numeri scaturiti dalle urne, che ci piaccia o no.
Con questo governo "innaturale" si potrà stabilire un breve programma di riforme e tornare alle urne, ma, pur essendo gli italiani di memoria corta, le cicatrici di questo inciucio e dei franchi tiratori rimarranno, ponendo il PD e l'Italia di fronte una situazione molto complicata che probabilmente durerà qualche anno.
Per capire come uscirne, forse bisogna analizzare, senza indulgenza, una delle ragioni chi ci ha portato a questa situazione, ossia il fallimento del PD e della sua offerta che è stata messa in campo.
Apparve quasi come una forzatura sin dalla sua fondazione la coabitazione, decisa a tavolino, tra ex comunisti ed ex democristiani sotto lo stesso tetto e l'inverecondo spettacolo di questi giorni non appare altro che l'esplosione naturale delle contrapposizioni tra la cultura progressista e quella conservatrice che albergano all'interno dei questo partito.
Infatti, terminato l'entusiasmo della speranza iniziale che aveva coinvolto milioni di persone, le quali credevano in una nuova forza popolare e di centro-sinistra, ormai si guarda al PD come alla valle dell'eterno scazzo con l'emorragia di voti che ne consegue.
Infatti l'effetto di questa conflittualità non può essere altro che una proposta debole, inconcludente, annacquata, frutto di compromessi e di trattative per non scontentare nessuno: da partito di centro-sinistra diventi automaticamente di centro, quindi un'altra cosa!
Ma se questo per la gente può essere accettabile in un periodo di vacche grasse, quando si devono fare i conti al centesimo, si ha bisogno sicurezza, di proposte, poche, concrete e realizzabili, non di ragionamenti di principio.
Quindi rifondare il PD cambiando i suoi dirigenti per avere una forza progressista, di sinistra ed unita dove remino tutti dalla stessa parte? Non si vedono alternative. Probabilmente questo passerà da una scissione (credo affatto dolorosa), ma almeno si chiarirà chi vuole cosa. La chiave però sarà il leader che si sceglierà. Dovrà obbligatoriamente essere una persona autorevole che comprenda bene gli errori del passato per dare ai Democratici (o come si chiameranno) un'immagine nuova di grande partito popolare vero, da offrire agli italiani in alternativa agli altri. Tutti gli altri!
Propongo Stefano Rodotà.
domenica 14 aprile 2013
Revolution 6000
Il M5S sta facendo il possibile per favorire l'alleanza tra PD e PDL così da sfruttare, alle prossime elezioni, lo sdegno dei milioni di elettori (tra i quali chi scrive) che vedono questo accordo come il fumo negli occhi e raccattare dai cassonetti i loro voti per avere in mano le chiavi dei palazzi: un tempo si chiamava "tanto peggio, tanto meglio".
Nel frattempo sticazzi delle sorti dell'Italia e delle riforme che invece si potrebbero e dovrebbero fare con la responsabilità degli "unovaleuno"! La questione non li riguarda.
Ormai, visto che il trucco è sgamato e l'aritmetica dei seggi ci condanna, non ci resta che tornare alle urne prima possibile, così verificheremo se gli italiani avranno capito chi intende governare con serietà e responsabilità (ammesso che glie lo si faccia capire) o chi invece continua a giocare a fare il rivoluzionario integralista (a 6000 € al mese).
Nel frattempo sticazzi delle sorti dell'Italia e delle riforme che invece si potrebbero e dovrebbero fare con la responsabilità degli "unovaleuno"! La questione non li riguarda.
Ormai, visto che il trucco è sgamato e l'aritmetica dei seggi ci condanna, non ci resta che tornare alle urne prima possibile, così verificheremo se gli italiani avranno capito chi intende governare con serietà e responsabilità (ammesso che glie lo si faccia capire) o chi invece continua a giocare a fare il rivoluzionario integralista (a 6000 € al mese).
domenica 7 aprile 2013
Caro PD, se il leader non c'è, è inutile che fai le primarie.
Ma le primarie rafforzano oppure indeboliscono l'immagine di un partito?
Vorrei qui analizzare le consultazioni che mette in campo il PD per la scelta dei candidati unici (sindaco, premier, governatore) e non quelle relative alla scelta dei parlamentari, le quali meritano considerazioni diverse.
Partendo dall'innegabile valore assoluto in termini di democrazia, il rischio è che le primarie siano utili soltanto all'interno del partito che le organizza, in quanto è molto concreta la possibilità che dall'esterno possano essere viste come il sistema per risolvere i contrasti interni.
D'altronde, per parlare di comunicazione, se si cominciasse a capire il modo di ragionare delle persone semplici e non particolarmente acculturate, tipo chi scrive, si comincerebbero a trasmettere concetti semplici e non "piattaforme programmatiche"!
Certo, tra i fedelissimi del partito lo strumento delle primarie diffonde un'aria di coretto confronto democratico e di salutare momento di consultazione della base regalando ai militanti l'impressione (magari fondata) di far parte dell'organizzazione più democratica del paese, ma dal di fuori?
Quante persone avete sentito dire: "quelli non si mettono d'accordo ed io devo pure pagare per aiutarli a decidere?" che è un discorso un bel pò qualunquista, ma tant'é! Per inciso, a coloro i quali sostengono che i sondaggi, subito dopo le primarie, davano il PD a cifre altissime, risponderei che quelle cifre erano così alte in quanto per settimane non si è parlato d'altro, secondo me.
Insomma, credo che se il leader ce l'hai ed è riconosciuto (vedi elezioni nel Lazio) le primarie non ti servono e magari riesci pure a vincere, quindi spero si cominci a dare voce alle persone che interpretano in maniera semplice e concreta quelli che sono i bisogni delle persone, avanzando poche proposte chiare e realizzabili, fornendo riposte concrete e non ambigue ai temi di cui si discute tutti i giorni, altro che inciuci o teorie sui massimi sistemi!
Tutto ciò al netto del delle difficoltà congenite dovute alla volontà originale di riunire sotto lo stesso tetto comunisti e democristiani, ovviamente.
Vorrei qui analizzare le consultazioni che mette in campo il PD per la scelta dei candidati unici (sindaco, premier, governatore) e non quelle relative alla scelta dei parlamentari, le quali meritano considerazioni diverse.
Partendo dall'innegabile valore assoluto in termini di democrazia, il rischio è che le primarie siano utili soltanto all'interno del partito che le organizza, in quanto è molto concreta la possibilità che dall'esterno possano essere viste come il sistema per risolvere i contrasti interni.
D'altronde, per parlare di comunicazione, se si cominciasse a capire il modo di ragionare delle persone semplici e non particolarmente acculturate, tipo chi scrive, si comincerebbero a trasmettere concetti semplici e non "piattaforme programmatiche"!
Certo, tra i fedelissimi del partito lo strumento delle primarie diffonde un'aria di coretto confronto democratico e di salutare momento di consultazione della base regalando ai militanti l'impressione (magari fondata) di far parte dell'organizzazione più democratica del paese, ma dal di fuori?
Quante persone avete sentito dire: "quelli non si mettono d'accordo ed io devo pure pagare per aiutarli a decidere?" che è un discorso un bel pò qualunquista, ma tant'é! Per inciso, a coloro i quali sostengono che i sondaggi, subito dopo le primarie, davano il PD a cifre altissime, risponderei che quelle cifre erano così alte in quanto per settimane non si è parlato d'altro, secondo me.
Insomma, credo che se il leader ce l'hai ed è riconosciuto (vedi elezioni nel Lazio) le primarie non ti servono e magari riesci pure a vincere, quindi spero si cominci a dare voce alle persone che interpretano in maniera semplice e concreta quelli che sono i bisogni delle persone, avanzando poche proposte chiare e realizzabili, fornendo riposte concrete e non ambigue ai temi di cui si discute tutti i giorni, altro che inciuci o teorie sui massimi sistemi!
Tutto ciò al netto del delle difficoltà congenite dovute alla volontà originale di riunire sotto lo stesso tetto comunisti e democristiani, ovviamente.
sabato 30 marzo 2013
Numeri e stronzi.
Singolare l'idea di democrazia del signor Giuseppe Grillo: o si fa come comanda Gianroberto oppure niente.
Caro cittadino Giuseppe, da quale lignaggio proverrebbe, di grazia, questo vostro diritto di tenere in ostaggio un paese che non vi ha assegnato nessuna maggioranza assoluta per potervi permettere questa spocchia da depositari unici della Verità?
Non è che se vi assegnassero l'incarico di formare un governo, sareste costretti a a chiedere i voti a quei partiti che vi fanno così schifo e che vorreste spazzare via? No perché qui in collina da noi, i numeri sono numeri e gli stronzi sono stronzi. Da sempre.
martedì 26 febbraio 2013
Dove inizia la sconfitta del PD
12 Novembre 2011. E' qui che per il PD inizia a delinearsi quella che si rivelerà come una sconfitta o, per essere benevoli, una non-vittoria alle elezioni dei giorni scorsi. Quel giorno si dimise Berlusconi da premier con canti e balli in tutta Italia. Bene.
Invece di prendere responsabilmente in mano la situazione e dimostrare la propria concretezza andando subito ad elezioni, è stato dichiarato dai colonnelli democratici come non fosse opportuno vincere sulle macerie e si è dato vita ad un governo quanto meno singolare, con l'unico scopo di trovare una testa di legno che facesse il lavoro sporco per far tornare i conti a qualsiasi costo.
In questo periodo di governo di questa strana maggioranza, il PD ha appoggiato l'approvazione di leggi a dir poco controverse, come la riforma Fornero, l'Imu, il salvataggio delle banche, l'aumento dell'IVA ecc. e non è riuscita ad imporre quelle riforme chieste a gran voce da tutti gli italiani, quali la riduzione dei costi della politica, le spese militari e la legge elettorale, giusto per citarne qualcuna.
Invece di partecipare a questa farsa, la mia solita mente semplice si aspettava un'assunzione di responsabilità da parte proprio del PD, da solo e senza alleati, in un momento in cui non avrebbe avuto rivali.
Magari con una campagna elettorale meno generica e con più risposte sui temi concreti, con meno economia e più sociale, con più autorevolezza e meno inseguimenti alle farneticazioni di Berlusconi.
Ora accusiamo gli italiani di scarsa cultura politica, di fascino del populismo o affetti da dipendenza televisiva? E considerare onestamente la scarsa propensione alla chiarezza ed all'utilizzo dei mezzi di comunicazione, nuovi e vecchi, visto che conosci il "difetto della bestia", no?
Quando perdi per manifesta moscerìa, quelle si, sono macerie!
Invece di prendere responsabilmente in mano la situazione e dimostrare la propria concretezza andando subito ad elezioni, è stato dichiarato dai colonnelli democratici come non fosse opportuno vincere sulle macerie e si è dato vita ad un governo quanto meno singolare, con l'unico scopo di trovare una testa di legno che facesse il lavoro sporco per far tornare i conti a qualsiasi costo.
In questo periodo di governo di questa strana maggioranza, il PD ha appoggiato l'approvazione di leggi a dir poco controverse, come la riforma Fornero, l'Imu, il salvataggio delle banche, l'aumento dell'IVA ecc. e non è riuscita ad imporre quelle riforme chieste a gran voce da tutti gli italiani, quali la riduzione dei costi della politica, le spese militari e la legge elettorale, giusto per citarne qualcuna.
Invece di partecipare a questa farsa, la mia solita mente semplice si aspettava un'assunzione di responsabilità da parte proprio del PD, da solo e senza alleati, in un momento in cui non avrebbe avuto rivali.
Magari con una campagna elettorale meno generica e con più risposte sui temi concreti, con meno economia e più sociale, con più autorevolezza e meno inseguimenti alle farneticazioni di Berlusconi.
Ora accusiamo gli italiani di scarsa cultura politica, di fascino del populismo o affetti da dipendenza televisiva? E considerare onestamente la scarsa propensione alla chiarezza ed all'utilizzo dei mezzi di comunicazione, nuovi e vecchi, visto che conosci il "difetto della bestia", no?
Quando perdi per manifesta moscerìa, quelle si, sono macerie!
martedì 22 gennaio 2013
Privilegi: prassi ineluttabile?
A volte mi chiedo, ingenuamente, lo ammetto, se i politici che così spudoratamente abusano della loro posizione e dei loro privilegi facciano i conti con la propria coscienza. Ebbene, io penso che non solo lo facciano, ma che si impartiscano anche una brava assoluzione. Il fatto è che non fanno altro che uniformarsi ad una prassi che, per definizione, è l'accettazione comune dei comportamenti pratici in deroga ai quei principi teoretici che la nostra cultura esprime da tempi lontani.
Ora, visto che stiamo disquisendo di colori i quali sono deputati alla redazione del complesso di regole che governa la nostra vita sociale, sorge un'altra domanda conseguente: si tratta di accettazione od imposizione di prassi?
Attualmente a me pare che siano valide tutte le due opzioni. Se da un lato accettiamo, anche se non senza mugugni, lo sfoggio di privilegi che spudoratamente viene esibito ogni giorno, considerandolo quasi ineluttabile, dall'altro lato, ci ritroviamo una classe politica che, al raggiungimento del "posto deve si comanda" si adopera per la creazione di regole finalizzate alla "conservazione delle specie" (la loro) e all'auto-assegnazione di sempre maggiori privilegi.
La soluzione, banalmente, è una maggiore consapevolezza da parte di tutti nel valutare, senza indulgenze, coloro i quali saranno candidati a rappresentarci, ma questo, purtroppo, sottende ad una coscienza politica che fatica a formarsi, contrapposta quotidianamente ad imposti temi inutili e fuorvianti.
La crisi economica, inoltre, non aiuta il consolidamento dei pilastri etici, come ci insegnano i sociologi, ma un quotidiano stimolo alla discussione, come meritoriamente avviene in rete, non potrà che essere salutare per contribuire allo sviluppo di quel senso critico che è caratteristica fondamentale di una società culturalmente evoluta.
Il miglioramento della situazione economica sarà solo uno e neanche il più importante, degli effetti di tale crescita delle coscienze.
Sempre secondo un ingenuo come me, sia chiaro.
Ora, visto che stiamo disquisendo di colori i quali sono deputati alla redazione del complesso di regole che governa la nostra vita sociale, sorge un'altra domanda conseguente: si tratta di accettazione od imposizione di prassi?
Attualmente a me pare che siano valide tutte le due opzioni. Se da un lato accettiamo, anche se non senza mugugni, lo sfoggio di privilegi che spudoratamente viene esibito ogni giorno, considerandolo quasi ineluttabile, dall'altro lato, ci ritroviamo una classe politica che, al raggiungimento del "posto deve si comanda" si adopera per la creazione di regole finalizzate alla "conservazione delle specie" (la loro) e all'auto-assegnazione di sempre maggiori privilegi.
La soluzione, banalmente, è una maggiore consapevolezza da parte di tutti nel valutare, senza indulgenze, coloro i quali saranno candidati a rappresentarci, ma questo, purtroppo, sottende ad una coscienza politica che fatica a formarsi, contrapposta quotidianamente ad imposti temi inutili e fuorvianti.
La crisi economica, inoltre, non aiuta il consolidamento dei pilastri etici, come ci insegnano i sociologi, ma un quotidiano stimolo alla discussione, come meritoriamente avviene in rete, non potrà che essere salutare per contribuire allo sviluppo di quel senso critico che è caratteristica fondamentale di una società culturalmente evoluta.
Il miglioramento della situazione economica sarà solo uno e neanche il più importante, degli effetti di tale crescita delle coscienze.
Sempre secondo un ingenuo come me, sia chiaro.
martedì 8 gennaio 2013
L'incontenibile ripugnanza della messa in scena
C'è un sentimento, in questo caso nobile, che provo tutte le volte che mi capita di ascoltare berlusconi o qualcuno dei suoi lacchè. Vedere le facce dei gasparri, cicchitto, bondi, ghedini, santanchè e tutto il resto di quella schiera di servi e serve che hanno cercato invano di convincermi per anni della moralità delle mosse del cav, mi provoca da sempre una semplice, ma un'incontenibile ripugnanza.
Ma come si sono permessi di pensare che perfino una mente semplice come la mia potesse credere nella sincerità di chi teorizzava complotti di giudici, leggi delle quali avrebbero beneficiato tutti, nipoti di Mubarak, ministre di valore specchiato, miracoli italiani, milioni di posti di lavoro, prestigio internazionale, consumi no problem, eccetera? Ed il tutto senza il minimo, dico minimo, senso di vergogna!
Sono stati invece vent'anni di spudoratezza, di menzogne, di mignotte, di irresponsabile faciloneria, di arricchimenti illeciti, di vergogna planetaria, di collusioni mafiose, di P2, di depauperamento di giustizia, formazione culturale e scientifica, di incompetenza economica. Sono stati gli anni del precariato venduto dentro al pacco della flessibilità. Sono stati gli anni di annientamento di una generazione, quella dei nostri figli, ai quali è stato rapinato il futuro desertificando l'ambiente economico e culturale nel quale ci hanno abbandonato.
Sono stati gli anni della più becera, canaglia e nociva classe politica che l'Italia si sia mai data: la messa in scena di una tragedia con le maschere di una farsa.
Basta tutto ciò perché mi ripugni il solo pensiero di tale squallore?
Basta si! A dda passà 'a nuttata!
Ma come si sono permessi di pensare che perfino una mente semplice come la mia potesse credere nella sincerità di chi teorizzava complotti di giudici, leggi delle quali avrebbero beneficiato tutti, nipoti di Mubarak, ministre di valore specchiato, miracoli italiani, milioni di posti di lavoro, prestigio internazionale, consumi no problem, eccetera? Ed il tutto senza il minimo, dico minimo, senso di vergogna!
Sono stati invece vent'anni di spudoratezza, di menzogne, di mignotte, di irresponsabile faciloneria, di arricchimenti illeciti, di vergogna planetaria, di collusioni mafiose, di P2, di depauperamento di giustizia, formazione culturale e scientifica, di incompetenza economica. Sono stati gli anni del precariato venduto dentro al pacco della flessibilità. Sono stati gli anni di annientamento di una generazione, quella dei nostri figli, ai quali è stato rapinato il futuro desertificando l'ambiente economico e culturale nel quale ci hanno abbandonato.
Sono stati gli anni della più becera, canaglia e nociva classe politica che l'Italia si sia mai data: la messa in scena di una tragedia con le maschere di una farsa.
Basta tutto ciò perché mi ripugni il solo pensiero di tale squallore?
Basta si! A dda passà 'a nuttata!
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