mercoledì 26 dicembre 2012

Non ci fate votare incazzati!

Già il fatto che i boss del PD si riservino di nominare il 10% dei candidati   (SEL è al 20%) da inserire nelle listino protetto (= seggio sicuro), non ci piace per niente.
Inoltre pare che in questa percentuale "protetta" rientrino pure alcuni parlamentari dei dieci ai quali è stata concessa la deroga per ricandidarsi alle primarie. Deroga necessaria per chi ha trascorso più di quindici anni in parlamento.
Peccato però che di queste persone con deroga e protette, nelle liste dei candidati alle primarie non vi sia traccia. Si sono ritirati a vita privata dopo aver preteso la famigerata deroga? Appare improbabile.
Insomma, spero di sbagliarmi, ma pure questa volta non solo bisognerà accontentarsi, ma bisognerà anche aspettarsi una supercazzola che giustificherà l'aggiramento delle regole.
Italiani, mamma, pizza e mandolino. Stiamo ancora là!

domenica 23 dicembre 2012

Gli Stati Uniti ed i tarli nei mobili

La Camera a Gas del New Mexico Penitentiary, Santa Fe
Mettiamoci d'accordo sul significato di paese civile.
Potrebbe essere così: "una paese si può definire civile quando vengono compiutamente applicate le regole della democrazia, delle libertà e dei diritti umani".
Partendo da questo, ci si chiede: è sufficiente essere una super potenza economica e militare come gli USA, magari con un governo democratico, per fregiarsi dello status di paese civile quando in questo stesso paese si continua ad applicare la medievale legge del taglione attraverso la pena di morte e dove si pretende di possedere delle armi da fuoco per difesa personale senza che ci siano necessariamente pericoli specifici?
Il concetto di difesa personale 'fai da te' è roba proveniente dal mondo dei cow-boys delle praterie che conquistavano il west e le regioni già abitate dai nativi. Il potere costituito era tutto da costituire e le pallottole ed una forca rappresentavano i metodi più sbrigativi per dirimere le questioni.
Da quel tempo sono passati due secoli, molte leggi ed un'infinità di poliziotti e giudici, ma una grossa percentuale di americani continua a ritenere propri sacrosanti diritti quelli di possedere armi da fuoco e di applicare la pena di morte, nonostante questi due "diritti" a tutto servano eccetto che a rappresentare un  deterrente al crimine, visto che gli Stati Uniti detengono il record mondiale di detenuti in rapporto al numero di abitanti.
Alla luce di tutto ciò, quante altre stragi ed esecuzioni capitali dovremo attendere affinché un governo libero da condizionamenti inizi ad analizzare il problema della criminalità partendo dalla prevenzione, coadiuvata peraltro da secoli di studi sociologici, piuttosto che dalla repressione?
Di modelli, a voler prendere solo qualche spunto, per carità, ne è piena l'Europa, dove ci sono forse un pò meno vecchiette al volante di mega SUV, ma dove le camere a gas si usano solo per debellare i tarli nei mobili.


martedì 11 dicembre 2012

Bestiario politico recente


Per rinfrescarci la memoria, questa è una piccola ed incompleta lista delle dichiarazioni e delle notizie riguardanti alcuni dei personaggi più in vista della nostra storia politica recente.

Contributi da Wikiquote e Wikipedia

venerdì 7 dicembre 2012

Paese diversamente democratico


Ma che paese è mai questo, dove i dei giudici, ancora una volta, vengono bruscamente stoppati non appena si avvicinano al "terzo livello", dove un farabutto tiene in ostaggio un paese intero per salvare i suoi interessi ed dove un finto partito con un saltimbanco sul balcone ammalia milioni di persone?
E' un paese in pericolo, ecco cos'è!
E' un paese dove si stanno scientemente erodendo i pilastri democratici, economici e culturali ad unico vantaggio dei pochi che sogghignano nell'affondare facilmente le loro lame nel ventre molle di un paese diviso, narcotizzato ed ignorante.
Lo spettacolo che sta offrendo la politica negli ultimi anni evidenzia una decadenza che farebbe rivoltare nella tomba i padri nobili della patria e tutti coloro che ci hanno rimesso le penne per un paese migliore, con l'effetto di dare sempre più forza al demagogo di turno.
Continuiamo a vivere in un paese diversamente democratico, dove le regole vengono dettate da interessi particolari e dove le reazioni del suo popolo sono spesso emotive e senza lungimiranza.
Partiamo da noi stessi, dal nostro senso civico, dalla nostra onestà politica ed intellettuale: ricordiamoci sempre che "i nostri" non arriveranno, ma ce la dovremo sbrigare da soli!

sabato 1 dicembre 2012

Opinione e diffamazione c'entrano come il culo con le Quarantore

Cari giornalisti,
a Firenze direbbero "che c'entra il culo con le Quarantore?", quando due cose non hanno niente a che vedere tra loro.
Ora, la differenza tra opinione e diffamazione è piuttosto evidente tanto che la capisco pure io, quindi da cosa deriva tutto questo slancio solidale nei confronti di chi ha palesemente violato la legge ed attentato pesantemente alla reputazione di un altro cittadino italiano?
Non credete che sia stucchevole e soprattutto sospetto questo tentativo di millantare il fatto che il mite Sallusti sia stato condannato per un reato di opinione?
La diffamazione risulta essere rubricata, a ragione, come un comportamento penalmente rilevante, quindi punibile dal Codice Penale.
Per dovere di memoria, questi Pasdaràn a pagamento, sono sempre quelli della macchina del fango, delle case di Montecarlo, dei calzini turchesi e dei falsi agguati: pseudo-informazione prezzolata e lacchè sempre solerte e zelante agli ordini al sovrano pagatore. Gente disposta a rovinare qualcuno per ordine del padrone di turno; se poi l'obiettivo è un magistrato allora si ricorre alle truppe cammellate al completo.
Di questo si tratta, cari giornalisti, di onestà intellettuale, di raccontare come stanno veramente le cose senza fare carta straccia delle regole della libertà e della democrazia.Credetemi, si capisce quando fate i paraculi.
Insomma, come direbbe il poeta, "non ci raccontate cazzate, grazie!"

martedì 27 novembre 2012

Si, vabbè, ma... al dunque?


Credo di essermi distratto, ma, al di là di onestissimi discorsi di principio, non ho capito cosa farebbero in concreto i due candidati leader del PD a riguardo, ad esempio, dei seguenti argomenti:
  • Lavoro
  • Riduzione della pressione fiscale
  • Contrasto dell'evasione fiscale
  • Sviluppo delle energie rinnovabili
  • Funzionamento della Giustizia
  • Contrasto alla criminalità organizzata
  • Spese militari
  • Supporto alle attività culturali
  • Turismo
  • Aziende che fanno cartello (carburanti, assicurazioni ecc.)
  • Ciclo dei rifiuti
  • Scuola/Università pubblica
  • Alleanze del PD
  • IMU alla chiesa
  • IMU prima casa
  • Riduzione del "cuneo fiscale"
  • Tassa patrimoniale
  • Prodotti finanziari tossici
  • Finanziamento ai partiti
  • Costi della politica e privilegi della casta
  • Diffusione della banda larga
  • Qualità media del servizio sanitario nazionale
  • Tempi d'attesa per le visite specialistiche
  • Commistione professione medica pubblica e privata
  • Trasporto pubblico
  • Riduzione delle speculazioni nella "filiera" del cibo
  • Conflitto d'interessi
  • Falso in bilancio ed il resto delle leggi ad-personam
  • Sovraffollamento delle carceri e reinserimento sociale
  • Risorse alle forze dell'ordine
  • Alta velocità Torino-Lione
Se qualcuno lo ha capito ed ha la benevolenza di scriverlo qua sotto, glie ne sarei estremamente grato.
Tante care cose.


domenica 18 novembre 2012

Una legge elettorale che funziona c'è già.


Quando la finiranno di prenderci in giro con tutte le recenti finte proposte per una nuova legge elettorale?

Incredibilmente, questi cialtroni continuano a proporre sistemi diversi in base ai sondaggi del giorno per avvantaggiare la propria parte politica, invece di preoccuparsi veramente delle regole del gioco che, per definizione, non dovrebbero favorire nessuno a priori.

Una legge semplice bell'e pronta e che funziona, come sapete, c'è, ma non la si vuole applicare a livello nazionale, anzi, non se ne discute proprio!
Mi riferisco al sistema di elezione dei sindaci.
La legge elettorale per l'elezione dei Sindaci è entrata in vigore, nella sua forma attuale, nel 1993 e rivista nel 2000. E' stata da più parti definita 'un esempio di ingegneria istituzionale andato a buon fine' per la sua capacità di coniugare pregi del sistema maggioritario e del sistema proporzionale.
In estrema sintesi, la nomina dei sindaci avviene attraverso un meccanismo maggioritario a doppio turno: il candidato che ottiene al primo turno più del 50% dei voti risulta subito eletto, se nessun candidato ottiene più del 50% dei voti, i due più votati accedono ad un ballottaggio che viene svolto due settimane più tardi.
Ogni candidato a sindaco è collegato con uno o più liste di candidati al consiglio comunale. Il 60% dei seggi del consiglio comunale va alle liste collegate al candidato sindaco vincitore. Sia all'interno della coalizione di maggioranza, sia tra le liste di minoranza i seggi sono ripartiti in modo proporzionale ai voti ricevuti.
Quali che siano le ragioni, confessabili o no, che i vari partiti hanno per non estendere questo modello a livello nazionale, non è dato sapere ed è la dimostrazione evidente che l'interesse particolare viene sempre prima di quello generale: la scelta dei rappresentanti da parte dei cittadini e la governabilità pare non siano il fattore prioritario da considerare.
Questa generazione di politici finirà sui libri di storia, ma come esempio di degrado.
Licenziati.


lunedì 5 novembre 2012

A me Grillo non convince, anzi!

Aridaje: ancora una volta gli italiani sono stati ammaliati dal tribuno di turno che alza la voce, non accetta confronti, offende gli avversari dal suo balcone, massacra i dissidenti ed ha la soluzione facile per tutto, come se il resto dell'umanità fosse composto esclusivamente da ladri e da idioti.
L'obiezione può essere che questa sia una critica ai modi e non ai contenuti: parliamone.
Innanzitutto credo che i modi ed il linguaggio siano molto importanti: essi sono, infatti,  il termometro del carattere di chi li esprime e, perdonatemi, ma mi vengono i brividi al pensiero dei precedenti storici.
Inoltre il rifiuto di qualsiasi confronto interno ed esterno, nasconde malamente una tattica di sfondamento costruita a tavolino, evitando che l'osservatore sviluppi una sua idea critica sull'argomento prendendo in considerazione più di un punto di vista in contrapposizione. In buona sostanza a me pare un chiaro segnale di scarsa solidità concettuale.
E' del tutto evidente che il movimento di Grillo nasca dal desiderio di cavalcare il malcontento di quei cittadini, tra i quali chi scrive, stanchi di essere vessati e presi in giro da una classe politica incapace e parassita. Questo è in sé un sentimento nobile, ma purtroppo la soluzione è molto più articolata di quelle proposte da Grillo o da chi per lui.


Non credo infatti che per far uscire il nostro paese dalla palude dei caimani basti cacciare tutti a calci ed affidarsi al sedicente depositario della verità. La storia dovrebbe averci insegnato che questo è un esercizio assai pericoloso ed i risultati sono stati sempre terribili. Peraltro si ha l'impressione che il M5S abbia avuto una genesi simile a Forza Italia: pubblicitari ed esperti di comunicazione dietro le quinte pronti a dare in pasto agli italiani una cassetta degli attrezzi già pronta per l'indignazione collettiva. Lasciatemi quindi la facoltà di dubitare fortemente sul certificato di nascita di questo movimento che sarebbe nato dal basso.
Insomma, poi verrà la prova dei fatti e le cose, presumibilmente, andranno in maniera leggermente diversa: i problemi sono complessi e non è che puoi farla facile come quando sei da solo su un palco.
Per citare un esempio: ma davvero Grillo (e non solo lui) vuole eliminare il finanziamento pubblico ai partiti? Ma non si rischia che la politica potranno farla solo i ricchi con tutte le ingerenze ed i condizionamenti nei confronti dei finanziati? Basterebbe riportare questo finanziamento a livelli severi, diciamo così.
Insomma, la battaglia sui principi è sacrosanta, ma non la puoi affrontare senza soluzioni concrete che magari scaturiscono da un discorso pacato che emerge da punti di vista differenti.
Per concludere, penso che Grillo sia il risultato dell'ennesimo disimpegno sociale e politico degli italiani che continuano a non trovare dei rappresentanti efficienti ed onesti che, attraverso il loro lavoro serio per la collettività, evitino di lasciare spazio al demagogo di turno. Si continua invece ad essere affascinati dall'iperbole quotidiana, dagli slogan e dai pugni battuti sul tavolo.
Dignità, consapevolezza e realismo, basterebbe solo questo.

giovedì 1 novembre 2012

Siamo uomini o consumatori?

Mi sono chiesto: ma questo modello economico "occidentale" mi piace?
Per prima cosa credo che l'economia abbia assunto un ruolo estremamente più importante di quello del quale avremmo effettivamente bisogno. Siamo infatti arrivati a considerare il denaro alla stregua della religione nel periodo pre-illuminista ed ormai mettere in discussione il suo soverchiante ruolo nella nostra vita sta diventando non solo urgente, ma l'unica via per un ritorno dell'uomo, non del consumatore o del contribuente, al centro del dibattito politico.
Credo che i provvedimenti riguardanti l'economia e la finanza che i governi di tutto il mondo continuano a partorire, siano solo un maldestro, dolosamente falso ed inutile tentativo di arginare una patologia sistemica per la quale non si ha la forza di intervenire profondamente per riformarla ed arginare quei processi di speculazione che influiscono nella vita di tutti noi.
Da questo modo deviato dei governi di operare, nasce la bufala del secolo: ci stanno convincendo che la qualità della vita in una nazione si misuri con il PIL e che lavoro, salute, giustizia sociale, diritti civili ed ambiente siano solo argomentazioni esotiche da centro sociale.
Io credo invece che sia urgente tornare a mettere questi temi al centro della discussione, iniziando da una nuova analisi del concetto di "liberismo" che tanti danni ha provocato, intervenendo per un deciso dimagrimento della finanza "creativa" e per un serio controllo dell'economia facendo in modo che non diventi speculativa, controllando l'incameramento di beni, le posizioni dominanti, la costituzione di cartelli ed il finanziamento e relativo condizionamento di chi dovrebbe prendere decisioni in merito, giusto per fare qualche esempio.
L'imposizione di quelle regole che riportino l'economia nell'alveo dell'interesse comune, sarebbe solo una delle svolte epocali di cui abbiamo bisogno per far si che le "risorse umane" tornino ad essere chiamate "persone".
Per avere tutto ciò, comunque, non ci dobbiamo aspettare governi "illuminati", ma elettori consapevoli che si facciano rappresentare da chi condivide queste istanze di cambiamento e non inciucia con i poteri forti.
E' l'unica, anche se parziale, possibilità che abbiamo per dire la nostra: non ci asteniamo.


sabato 27 ottobre 2012

Ricomincia il pippone.

Silvio Berlusconi è stato condannato e ancora non decido se far prevalere la soddisfazione, se indignarmi perché per anni abbiamo avuto un coso del genere a capo del governo, se indignarmi perché milioni di italiani hanno abboccato ad una farsa palesemente tale sin dall'inizio oppure se indignarmi per il coro dei lacchè che ripetono a pappagallo da decenni il pippone della persecuzione, della mancanza di democrazia e dell'accanimento.
Cosa succederebbe in un paese normale? Facile, il coso sarebbe già sparito da anni dalla vita politica per vergogna, prima che per rispetto dei cittadini e delle istituzioni.
Da noi è leggerissimamente diverso: qui il coso rimane in politica, altro che andarsene, per cambiare leggi e regole in maniera tale da togliersi dagli zebedei giudici e reati. Il tutto con l'aiuto della corte dei leccaculo, ovviamente.
Insomma, ancora non decido quale sentimento far prevalere in seguito alla condanna del coso, ma una cosa è certa: sono stanco di queste storie da repubblica delle banane. E chissà quanti anni ci serviranno ancora per prenderne coscienza, perché, come già scritto, il problema non sono i politici, ma gli elettori che non è che li cambi con un'elezione!

mercoledì 24 ottobre 2012

Memoria: Scajola ed i voli ad-personam

Sfruttare i voli di stato? MADDECHE'!

"Cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione!" (cit. "Amici miei")



Da WIKIPEDIA.


I voli ad personam Albenga-Fiumicino 

Claudio Scajola era ministro dell'Interno da qualche mese quando l'Alitalia affidò ai propri manager il compito di studiare l'istituzione di un volo quotidiano dall'aeroporto di Albenga (33 chilometri da Imperia, città natale del ministro e suo collegio elettorale) a quello di Roma Fiumicino. La nuova rotta, anche grazie all'interessamento del ministro, entrò in funzione il 17 maggio 2002 e il nuovo collegamento venne presentato ufficialmente dall'amministratore delegato dell'Alitalia Francesco Mengozzi e dal ministro dell'Interno Claudio Scajola. Ma con la stessa velocità con cui era stato istituito, il collegamento diretto Albenga-Fiumicino venne soppresso dall'Alitalia poco dopo le dimissioni di Scajola dal Viminale.

L'ex deputato di Rifondazione comunista Gigi Malabarba presentò una interrogazione parlamentare affermando che il massimo storico di passeggeri registrati su quel volo era stato di 18 unità. “Era un volo ad personam per il ministro Scajola”, sottolineò. Poco dopo il rientro di Scajola al governo, questa volta come ministro per l'attuazione del Programma (28 agosto 2003), ricomparve anche il volo ma non più tra le rotte di Alitalia, bensì con Air One, in regime di continuità territoriale con i contributi dello Stato: un milione di euro che il governo Berlusconi aveva messo a disposizione dei collegamenti aerei fra le aree più “decentrate”, ma anche il volo Air One in seguito venne cancellato nel 2007, quando Scajola non era più al Governo. Nel Governo Berlusconi IV Scajola è ministro delle attività produttive ed il volo Albenga-Fiumicino viene ripristinato.
Scajola ha dichiarato che ha volato nella maggior parte dei casi dall'aeroporto di Genova e non da quello di Albenga e ha sempre considerato pretestuosa la polemica: "il solo scopo di questa rotta è collegare meglio la Liguria - una regione turistica del nord molto disagiata per ragioni morfologiche - al resto dell'Italia. Albenga rientra tra gli scali minori in aree turistiche o economiche importanti (individuati in base ad una legge del 1999 fatta dal primo Governo Prodi). Dal 2005 al 2007 la linea Roma-Albenga, gestita da soli imprenditori privati senza contributi pubblici, è stata utilizzata da oltre 32.000 passeggeri, in gran parte diretti a Sanremo, Alassio e in Costa Azzurra"

martedì 16 ottobre 2012

Nuovo o vecchio, ma per me decido io.

Si sostiene sia necessario rottamare, rinnovare, cambiare ecc.
Non so, il concetto non mi convince, soprattutto perché si vuole applicare a prescindere.
A me è sempre parso brutto buttare un oggetto ancora funzionante solo per il gusto di possedere la novità. Per esempio la mia auto sa che dovrà trottare fino alla pensione, ma sa anche che non la tradirei per il solo gusto di possedere "l'ultimo modello": una volta si usava così.
Inoltre la mia auto l'ho scelta io tra tante, mica me l'ha ordinato il dottore di prendere proprio quella là!
Dice: "ma che ce frega della macchina tua?!"
Giusto, ma cercavo di fare un parallelo con i rottamatori assurti recentemente agli onori della cronaca politica.
Io non discriminerei tra vecchio e nuovo, ma tra buono e cattivo. Le regole che impongono un numero limitato di mandati, di età anagrafica eccetera, secondo me tendono a non affrontare volutamente il problema vero: i rappresentanti li devono scegliere gli elettori. Sta a loro decidere se fidarsi di un autorevole anziano o di un baldanzoso giovine, non ci si affida un freddo regolamento.
Il "sopraggiunto limite d'impiego" vorrei tornare a deciderlo io, indipendentemente dai km percorsi. Grazie.

martedì 9 ottobre 2012

Le Primarie della Montagna del Sapone

Pare sia cosa certa: il PD, in occasione delle primarie, ha intenzione di chiedere un impegno scritto di appartenenza e dei soldi ai partecipanti.

Nonostante le spiegazioni riguardanti la funzione democratica e di tutela di un meccanismo siffatto, a me vengono in mente due ipotesi.

La prima è che questi pensino davvero di vivere in un paese pieno di gente presa dal sacro fuoco della partecipazione e non in una realtà dove quella stessa gente non ne può più di questa classe dirigente che, oltre a non riuscire ad esprimere un leader riconosciuto, con l'efficienza e la lealtà che l'ha contraddistinta negli ultimi anni, si permette pure di chiedere un impegno scritto ai cittadini.

La seconda ipotesi è che sia un modo semplice per raccogliere un pò di soldi che non bastano mai: un pò come l'invenzione dell'anno santo e le indulgenze a pagamento.

Dato che non veniamo dalla Montagna del Sapone come credono certi dirigenti di partito e visti i precedenti, la dichiarazione di appartenenza dovremmo farla sottoscrivere noi ai politici che eleggiamo, invece qui accade il contrario.
Mia nonna la chiamava spudoratezza, invece alla Montagna del Sapone la chiamano manifestazione di democrazia interna.

domenica 7 ottobre 2012

Il dubbio al tempo della spocchia


Stavolta si tratta di me: bisognerà che decida e non l'ho ancora fatto.

Mi riferisco al dubbio che ho tuttora e che riguarda il voto che mi verrà chiesto da questa classe politica, ormai irrimediabilmente corrotta, inefficiente e spocchiosa.

Ho sempre considerato il voto come qualcosa di non negoziabile ed anche questa volta non intendo derogare, ma se per il passato la scelta è stata per me più semplice, stavolta, per la prima volta, ritengo sia più difficile del solito perché è legata non ad un'attestazione di fiducia nei confronti di una parte politica, ma ad una voglia urgente di cambiamento radicale.

Per prima cosa diventa sempre più difficile non generalizzare, in quanto la patologia del sistema è talmente cronica che pare aver attecchito sulla quasi totalità delle persone e dei meccanismi. Quindi la tentazione di buttare il cuore al di là dell'ostacolo, di azzerare tutto e ricominciare da capo con nomi completamente nuovi, è molto forte, anche se di contro c'è il timore nei confronti della scarsa perizia dei neofiti, pur se armati di buone intenzioni. Inoltre vedo aleggiare il fortissimo rischio demagogia che in Italia attecchisce molto facilmente.

Il piano B prevederebbe una selezione del salvabile attraverso una scelta di quelle persone che rappresentano un pò più da vicino quello che è il mio modo di vedere le cose. Comunque anche in questo caso ci vorrà coraggio, in quanto dovrei dare fiducia a chi è comunque già coinvolto con questo sistema malato e che quel coraggio non lo ha dimostrato con la forza rivoluzionaria della concretezza, sempre ammesso che mi si dia la possibilità di scegliere tra vari candidati.

Insomma, ci vorrà coraggio per un voto propositivo e magari inusuale rispetto alle consuetudini con la dignità di cittadino consapevole ed orgoglioso delle proprie scelte che non si è mai turato il naso.

Per ora so solo per chi non voterò e mi pare già un bel passo avanti.

martedì 2 ottobre 2012

Quante fregnacce!

Se da bambino, a seguito di qualche malefatta, avessi inventato quel tipo di scuse che ho ascoltato dai politici condannati o inquisiti, nella puntata di Report di domenica 30 settembre su Rai 3, mia madre mi avrebbe gonfiato. Mica per la colpa da giustificare, ma per l'affronto alla sua intelligenza, mettendo in piedi tali palesi fregnacce.
Durante la puntata, il livore nei confronti di quei pagliacci si era quasi stabilizzato quando è arrivato l'affondo.
Vengo e mi spiego: nel 1997, 45 fra manager ed imprenditori, scrivono un'epistola che viene pubblicata sul Sole24Ore, dove si chiede ai politici una sostanziale depenalizzazione del falso in bilancio. Eravamo in clima post-tangentopoli ed i controlli e la pressione sugli industriali era alle stelle.
In particolare scrissero:
“si chiede di escludere dal perimetro delle responsabilità operative i fatti che abbiano una rilevanza marginale rispetto alle dimensioni dei conti delle imprese”
Tra i firmatari c'erano Piero Antinori, Antoine Bernheim, Enrico Bondi, Giancarlo Cerruti, Enrico Cuccia, Diego Della Valle, Ennio Doris, Giuseppe Gazzoni, Luigi Lucchini, Achille Maramotti, Alfio Marchini, Vittorio Merloni, Leonardo Mondadori, Letizia Moratti, Giannola Nonino, Umberto Nordio, Sergio Pininfarina, Andrea Riffeser Monti, Aldo Braghetti Peretti, Gianmario Rossignolo, Gianfranco Zoppas. Questi signori non facevano altro che ricordare implicitamente ai politici che quei fondi distratti da quei bilanci erano serviti per foraggiarli.
E nel 2003, puntualmente, il Falso in Bilancio viene depenalizzato. Ma và!
Ma che fraterna solidarietà questi industriali che versano badilate di soldi ai partiti: uno spirito filantropico commovente.
Mettendo ora da parte il finanziamento illecito, mi chiedo ancora una volta se non sia il caso di proibire completamente il finanziamento privato ai partiti, consentendo, in maniera oculata e trasparente, quello pubblico. Si accontentino, al massimo, del tesseramento ad un costo uguale per tutti.
Perché si consente a quei signori di influenzare a loro vantaggio le decisioni dei nostri organi legislativi? Almeno avessero ottenuto dei risultati positivi per il paese tutto, invece siamo di fronte ad un grande capitalismo italiano fallito, i cui risultati oggettivi si chiamano de-localizzazione, bassa qualità, cassa integrazione, diminuzione delle esportazioni, bond e finanza "creativa".
A chi dobbiamo far sapere che il nostro paese va avanti grazie ai lavoratori dipendenti ed alla piccola e media impresa? A chi continua ad omaggiare i vari tronchetti, maglionne, agnelli & c.?
Insomma, i politici cercano di prenderci per il culo, gli industriali pure.
Mica saranno d'accordo?

P.S.
Milena Gabanelli santa subito.

venerdì 28 settembre 2012

La politica corruttiva del berlusconismo

Tutto ebbe inizio, a livello nazionale, con l'avvento delle TV commerciali.
Berlusconi ci ha propinato milioni di ore di programmi idioti la cui funzione era quella di fare da contenitori ad ossessivi ed interminabili spot pubblicitari, palesi e non. Il tutto imbottito da culi, tette, pianti e risate finti.
Questo bombardamento mediatico, in un'Italia con scarse difese culturali nei confronti di un fenomeno di tale portata, non poteva non avere effetto sui comportamenti di tutti noi.
Ci hanno convinto che lo "status symbol" era più importante dei valori che ci hanno trasmesso le generazioni che ci hanno preceduto, che hanno conosciuto le difficoltà vere e che sono riuscite a ricostruire il nostro paese dalle macerie della guerra. Un valore su tutti: il buon senso.
Con l'avvento in politica del Nostro, hanno cominciato anche a manipolare le verità dei fatti.
Nostro che ha messo le mani in tutti i settori chiave della nostra economia: informazione, credito, assicurazioni, spesa quotidiana, ecc.
Insomma, ha creato un paese di gente plagiata, pronta a spendere oltre le proprie possibilità senza la necessaria capacità critica nel discriminare quali fossero i reali bisogni.
Il depauperamento dell'unica arma di difesa, l'istruzione, è stato premeditatamente funzionale a tutto ciò.
Questa catalessi collettiva sta avendo due effetti nefasti: famiglie indebitate e politici indecenti, che non sono altro che le due facce di una stessa medaglia.
Si perché i politici che ci ritroviamo non vengono da un altro paese, ma sono l'espressione di un popolo con il senso critico decisamente offuscato da decenni di effimero, che ha tollerato certi politici, il loro stile di vita e gli spudorati arricchimenti di chi dovrebbe essere preposto alla cura della cosa pubblica in un paese allo stremo.
Ma d'altronde se il modello è quello del burattinaio che della spudoratezza ha fatto la sua caratteristica peculiare, come potevamo attenderci effetti diversi?
Ora sarà dura uscirne. Bisognerà ricominciare a crescere per riacquistare la dignità perduta. E questo non può che cominciare da noi stessi, magari facendoci qualche domanda in più, spegnendo la tv e cominciando a leggere un libro.
Non necessariamente Mondadori.

domenica 23 settembre 2012

Il governo Monti è di destra o di sinistra?

Ha ancora senso categorizzare la politica in questo modo? Purtroppo si.
Purtroppo perché, con il nobile intento, quando c'è, di curare il bene comune, si applicano strategie che partono da teoremi esattamente opposti e non sempre conciliabili.
Tralasciamo il fatto che un governo, locale o nazionale che sia, si dovrebbe occupare della qualità della vita in generale e non solo di quella del conto corrente bancario.
Detto questo, se si stabilisce che al centro del problema c'è l'economia, si può operare in due modi: favorire i processi imprenditoriali e gli strumenti finanziari per incentivare investimenti ed occupazione anche liberalizzando, oppure attuare un deciso controllo sulle tariffe ed aumentare gli sgravi fiscali ai lavoratori dipendenti per cercare di favorire i consumi con conseguente aumento del gettito IVA che compenserebbe gli sgravi di cui sopra.
Ora, quale politica sia di destra e quale di sinistra è chiaro a tutti, come mi pare chiaro su quale rotta stia navigando il governo Monti, che, in aggiunta, evita accuratamente di intaccare i grandi patrimoni ed i privilegi.
Detto brutalmente ciò, se il governo Monti applica politiche di destra, ai più sfugge il ruolo del PD.
Appare ormai andato il tempo del coraggio per il buon Bersani.

giovedì 20 settembre 2012

Ce la meritiamo la gente che votiamo

Ormai siete grandi ed è' ora che vi sveli un segreto: i politici al centro dei recenti scandali sono stati democraticamente eletti in Italia e non hanno assaltato il Palazzo d'Inverno con le armi in pugno, quindi niente piagnistei.
Si rifletta piuttosto sui motivi che ci spingono a votare per un candidato o per un altro.
Non è che bisognerà cominciare ad usare più spesso la parola "noi" invece di "io"?
A occhio mi sa che solo allora dimostreremo la nostra consapevolezza civile che contribuirà a fare di questo paese un posto nel quale saremo orgogliosi di vivere, un paese al quale avremo restituito la sua dignità perduta.

mercoledì 19 settembre 2012

Cattive compagnie


A conti fatti...
i prezzi dei carburanti, più o meno, si equivalgono tra le varie compagnie,
i prezzi delle telefonate, più o meno, si equivalgono tra le varie compagnie,
i prezzi dell'energia (luce, gas, ecc.), più o meno, si equivalgono tra le varie compagnie,
i prezzi delle assicurazioni auto, più o meno, si equivalgono tra le varie compagnie,
i prezzi nei supermercati, più o meno, si equivalgono tra le varie compagnie,
i prezzi del denaro, più o meno, si equivalgono tra le varie compagnie.
eccetera, eccetera, eccetera.
Ad una mente semplice come me, pare facciano cartello.
Sbagliato: coloro i quali sono deputati a tutelarci da queste che a me paiono cosche, ci ammoniscono stizziti che si tratta di una conquista moderna denominata Concorrenza.
Giusto: effettivamente concorrono tutti a farci un mazzo così.

sabato 15 settembre 2012

Don Diego della Valle

Domanda: dove si colloca, nel dibattito politico, uno dei più importanti imprenditori di questo paese che dà dell'incapace e paraculo al capo della più grande industria italiana? A sinistra di Bersani? (Capirai!)

Risposta: non è rilevante la sua collocazione. Peraltro non è neanche la prima volta che Don Diego mi esterna, menando come un fabbro, nei confronti del furbo di turno.

Il problema è un altro: qui ci si meraviglia quando qualcuno alza la mano e chiede comportamenti semplici da paese normale, laico, moderno ed onesto.

L'Italia è disseminata di persone che chiedono le stesse cose, quindi, per favore, chi può lo dica ai dirigenti dei nostri partiti che si definiscono incautamente "progressisti". Occhio però, se vi attaccano il pippone della "piattaforma programmatica", bloccateli subito ed inviateli perentoriamente a quel paese: è il tipico caso che si risolve solo così e pare non ci sia altro modo.

giovedì 13 settembre 2012

La maglietta di Calderoli

Dato che non ci facciamo mancare nulla, tra i fanatici ottusi provocatori di folle islamiche c'è anche il nostro ex ministro Roberto Calderoli che, con la sua bravata della maglietta blasfema, ha scatenato, nel Febbraio 2006, una rivolta in Libia che ha provocato 14 (quattordici) morti.

Cari amici islamici, noi non siamo tutti così, noi siamo anche il Dalai Lama, Nelson Mandela, Rigoberta Menchù, Dario Fò, Liu Xiaobo, Gino Strada, B.B. King, Ennio Morricone, Yo Yoma, Woody Allen, Andrea Camilleri, Leonard Cohen, Mikhail Gorbachev, Rita Levi Montalcini e molti, ma molti altri come loro: infedeli, ma brave persone.

A proposito di Renzi





Intervista a Carlo De Benedetti:
- Che ne pensa di Matteo Renzi?
- Ma no, abbiamo già avuto Berlusconi!

mercoledì 12 settembre 2012

Code di paglia e teste di legno

Antonio Ingroia: "Per sconfiggere la mafia bisogna cambiare questa classe politica".
Apriti cielo!
Si sono scatenate tutte le truppe cammellate dei depositari del verbo e della ragione con repliche stizzite e rimandi al manuale del provetto magistrato.
Certo che se questi signori dalla censura facile, non necessariamente collusi, si impegnassero veramente ad investire su istruzione, lavoro, ricerca e cultura, difficilmente si troverebbero ad essere oggetto di tali critiche: banalmente la mafia non avrebbe più terreno nel quale prosperare.
Ma a chi lo dici?

lunedì 10 settembre 2012

No, gli economisti no!

A qualcuno, anzi a molti, piacerebbe un Monti-bis.
Questi fan del professore non sono certamente coloro i quali sono stati colpiti, loro malgrado, dalla scure del risanamento, ma sono, guarda caso, quelli che ingrossano le file dei possessori di grandi patrimoni, dei privilegiati, dei maghi della finanza, dei banchieri, della chiesa e degli attuali "centristi" che di solito curano gli interessi di tutti loro.

Ora, che il buio di Berlusconi ci abbia fatto apprezzare una luce, qualsiasi essa fosse, può essere un'attenuante, ma continuare ad affidarsi agli economisti, ossia a coloro che, oltre ad aver contribuito a creare questa crisi, ci vogliono far credere che la qualità della vita si misuri con il PIL, appare come se chiedessimo ai carcerati di fare le leggi sulla giustizia.

L'alternativa dovrebbe essere la Politica che invece, con protervia, continua a fare orecchie da mercante dettando l'agenda al professore, evitando di sporcarsi le mani, continuando le connivenze di sempre e soprattutto evitando accuratamente di dare voce ai cittadini, mantenendo o proponendo una legge elettorale vergognosa ed anti-democratica.

Bollare come "anti-politica" le istanze provenienti di cittadini che intendono "partecipare", appare ormai patetico, oltre che fuori dal tempo. Gli Italiani chiedono ormai a gran voce di essere semplicemente ascoltati da persone serie. Solo questo.


GLC

Giornalismo d'accatto

A proposito del fuori onda riguardante il Movimento di Grillo dove si denuncia che lo stesso sia telecomandato a distanza (ma và!) e che da quelle parti non alberghi democrazia, ho due ipotesi.

Nella prima il giornalista autore del servizio ha registrato di nascosto al bar approfittando della fiducia concessa dall'intervistato, evidentemente non uso alla prudenza da applic
are in casi e con persone del genere.

La seconda ipotesi invece immagina il caso come un clamoroso falso concordato con l'eminenza grigia di cui sopra, per continuare a tenere i riflettori accesi sul movimento o per altri scopi dei quali non è dato sapere.

In entrambi i casi, comunque, siamo ancora di fronte ad un giornalismo d'accatto, lontano anni luce dai modelli migliori di correttezza ed imparzialità.

Un tempo i fatti erano fatti e le chiacchiere stavano a zero.

GLC

Senza trucco e senza inganno?

Diventeremo mai un paese serio, dove le cose sono chiare, semplici giuste, senza trucco e senza inganno? 
Per citare solo un esempio, ma la lista potrebbe essere infinita, la legge elettorale che stanno per partorire, già appare come un meccanismo complicatissimo per continuare ad avere un parlamento di amici (e amiche) degli amici con gente trombata e ripescata. Insomma, gattopardescamente, come adesso: stanno facendo finta di cambiare per far si che tutto rimanga com'è. In pratica continueremo a non avere la possibilità di toglierceli dagli zebedei qualora non meritino di essere rieletti.

In un paese democratico normale, i rappresentanti, per definizione, rappresentano gli elettori che, pure questi per definizione, li eleggono. Con il nostro sistema gli eletti rappresentano soltanto i boss che li hanno inseriti in lista, salvo magari vendersi ad un migliore offerente successivamente, sempre a proposito di serietà.

Ognuno di noi si sarà certamente chiesto, pensando al tale politico o ad un altro: "ma se questo tizio si sottoponesse al giudizio degli elettori, sarebbe rieletto?". Ecco questa domanda è pleonastica ormai da anni e continuerà ad esserlo, purtroppo. Se lo possono chiedere gli inglesi, i francesi, gli austriaci, i tedeschi, ecc.: gli italiani no.

E i cittadini che diligentemente e fiduciosamente si recano alle urne? Si devono fidare con pseudo-democratica rassegnazione e piantarla con i piagnistei. Dei sistemi elettorali che si usano nei paesi di questa parte del mondo a non non interessa: in Italia siamo molto, ma molto più svegli degli altri.
E i risultati ci danno ragione.

GLC

Appare indecente

Ma si può mettere in piedi una bufala come questa del Capo dello Stato che sarebbe sotto ricatto, al solo scopo di cercare di scardinare il dibattito politico sulle intercettazioni?
Per dovere di memoria, questi sono sempre quelli della macchina del fango, delle case di Montecarlo, dei calzini turchesi e dei falsi agguati. Pseudo-informazione prezzolata e lacchè sempre solerte e zelante per far piacere al sovrano pagatore al quale, evidentemente, non bastano trent'anni di procurata catalessi culturale al nostro paese. Paese che, purtroppo, fatica a svegliarsi.
GLC

Il tempo degli sciocchi e dei sogni rubati

A volte mi chiedo come saranno ricordati questo periodo lungo ormai 30 anni e la generazione che ne è protagonista.
Probabilmente, nelle cronache, la parola più usata sarà "imprevidente".
Imprevidente per come questa generazione sta trattando la natura, la cultura, la ricerca, l'estetica, il lavoro, l'economia, la politica, l'informazione, l'arte.
Imprevidente, quindi, per come sta disegnando il futuro di coloro che lo racconteranno e che, amaramente, descriveranno questo periodo come il tempo degli sciocchi e dei sogni rubati.
GLC

Fanno più danni i finanziamenti pubblici o quelli privati?

Si sostiene da più parti che vada abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Tesi condivisibile per moltissime ragioni: dal risultato del referendum popolare, del quale si è fatto carta straccia, alla gestione criminale di quei soldi. Bene!
Ora mi chiedo: ma non sarebbe più efficace se ad essere aboliti fossero i finanziamenti privati?

Sono certo che nessuno di noi creda allo spirito filantropico di petrolieri, banchieri, autostradari ecc. che foraggiano continuamente tutti i più grandi partiti al solo scopo di condizionarne le scelte. Il risultato è che in testa al trenino ci siamo noi ai quali viene fatto un mazzo così.


Che il finanziamento pubblico vada pesantemente rivisto non ci sono dubbi, ma con quest'ultimo almeno si eviterebbe che la politica se la possano permettere solo i ricchi e che questi finanziatori possano condizionare le scelte dei finanziati.

Penso che, riferendosi ai i partiti, si dovrebbe tornare a considerarne l'utilità sociale ed in considerazione di ciò, supportati dalla collettività, quindi, partendo da questo concetto, credo che dovrebbero essere finanziati in maniera onesta, severa, trasparente e da tutti, per scampare il pericolo che si favorisca solo qualcuno.

Imbastire una battaglia per l'eliminazione dei contributi pubblici potrebbe nascondere due cose: la ricerca di consenso populistico e la possibilità di lasciare a qualcuno la possibilità di influire sulle scelte dei nostri rappresentanti. Insomma, l'argomento è delicato e riguarda, da un lato le libertà personali su come utilizzare il proprio denaro e dell'altro la potenziale distorsione della democrazia.

Prima o poi dovremo decidere quanto deve contare il denaro nella vita democratica, ma una cosa la vorrei capire subito: come mai nessuno mette in discussione questi finanziamenti privati?

Aiutatemi a capire, perché quello che passa per la mia testa è profondamente indecente.